prima del track by track bisogna un attimo chiarirsi; senza andare a scomodare Rime o addirittura Phantom, è indiscutibile che il gusto musicale e le scelte artistiche compositive della band siano progressivamente cambiati a partire da X Factor con una rapida accelerata da AMOLAD in poi, molti parlano di prog ma personalmente penso il termine sia usato a sproposito; il fatto molto banale è che ormai i Maiden sono abbastanza vecchi e abbastanza ricchi da fregarsene di qualsiasi logica di mercato e di qualsiasi imposizione esterna (proveniente dai fan, dall'etichetta, dal produttore, da chiunque) dunque semplicemente concepiscono, scrivono, arrangiano e registrano la musica che vogliono e che piace a loro, stop
tutta 'sta pappardella che vuol dire quindi... tagliando molto corto, ad oggi i fan si possono grezzamente dividere in due grupponi, quelli che si son fatti l'orecchio a questo nuovo stile e quelli che credono/vogliono/esigono che dei quasi settantenni ancora abbiano il fuoco dentro per tirar giù pezzi a tutto foco che parlano di dove andare a trovare Carlotta la Mignotta
io non ho problemi a mettermi dalla parte dei primi, probabilmente perché pure io nel frattempo sono invecchiato e dopo tonnellate di uptempo sparate nelle orecchie ora apprezzo di più composizioni complesse e con un senso lirico che vada al di là del sedicenne sfigato e squattrinato che gira nel suo furgoncino; tuttavia rispetto i trve defender e un po' invidio la loro tenera, sognante incoscienza nel pensare che i Maiden possano risultare credibili se solo decidessero di tornare a scrivere altre Prowler o Purgatory
quindi per finire la premessa dico che è inutile, da una parte e dall'altra, tentare di illuminare le menti dei "miscredenti" dell'altra fazione; alla fine bisogna solo ringraziare che i Maiden alla loro età si impegnino a registrare inediti, poi se i nuovi lavori non piacciono a nessuno ha prescritto il medico di doverseli ascoltare e doverli amare per forza
e dunque finalmente il track by track
Senjutsu
per me instant hit, l'inizio schiacciasassi con quelle percussioni e i tre chitarroni all'unisono sul riffone heavy mi ha tirato immediatamente nel disco, azzeccatissima l'apertura diretta sul chorus senza bridge, bello il lead di chitarra dietro Bruce; ottimo anche l'intermezzo che anticipa l'uso insolitamente largo in tutto l'album di overdub e armonizzazioni vocali che non si sentiva dai tempi di BNW (8,5)
Stratego
fresca, puramente maideniana, la dimostrazione di cosa sarebbero le composizioni dei Maiden oggi mettendo da parte tutte le ripetizioni, le variazioni e le digressioni; parere mio, un disco con dentro otto pezzi costruiti così mi seccherebbe parecchio, ma qui si ritorna al discorso di prima... ad ogni modo, il pezzo è una bomba e nota di merito all'intermezzo arabeggiante prima dell'ultimo chorus (8,5)
The writing on the wall
un altro bel pezzo, grande costruzione dall'intro acustica all'ingresso nel pezzo vero e proprio col riffone hard rock; un po' troppo banalotte le soluzioni adottate per bridge e chorus ma nel complesso tutto gira molto gradevolmente, immenso l'assolo di Adrian (8)
Lost in a lost world
a me è piaciuta un sacco, credo il pezzo sarebbe risultato anche migliore con una linea di batteria sotto il bridge diversa da quella galloping usata anche per la strofa, ma ci sono diversi punti che mi hanno particolarmente esaltato: il chorus è davvero una bomba con la chicca della voce di Bruce effettata, l'intermezzo prima degli assoli, gli assoli stessi sono ottimi, e anche l'outro che ha un vero senso a conclusione del pezzo, a differenza di tante outro di altri recenti pezzi che sembrano incollate con la vinavil (8)
Days of future past
ai primi ascolti non m'aveva particolarmente preso ma poi è cresciuta abbastanza, non è sicuramente un pezzo indimenticabile ma ha un'anima, scorre via molto bene anche grazie ad una struttura funzionale ma piuttosto banalotta (6,5)
Time machine
inizia e penso di ascoltare l'intro di Talisman, per fortuna dal dejavu si passa ad un bel riff non molto canonico per i Maiden, ottima la linea vocale a salire, tutto molto bene fino alla sezione centrale e lì ci rimango male ogni volta perché il riff funziona benissimo ma è un clamoroso ripoff da Book of souls che si alterna ad altri intermezzi vocali e ad un'altra sezione sicuramente più azzeccati; giacché prima parlavo di outro incollate col vinavil eccone appunto una, e questa outro più l'autoplagio mi portano a considerarla solo un buon pezzo quando poteva essere una vera perla (6)
Darkest hour
musicalmente non mi ha particolarmente intrigato, mi suona un po' troppo di Tears of a dragon, ma il testo è di una bellezza disarmante, intriso di un eroismo malinconico da far venire la pelle d'oca (6,5)
Death of the Celts
quante aspettative avevo per il trittico finale di Steve, si parte con questo pezzo esageratissimo, un mix di atmosfere Clansman con un incedere alla Red&Black, la sezione centrale è meravigliosa, i riff incastrati perfettamente fino ad un'ottima sezione assoli; non ho molto da dire, miglior pezzo dell'album che entra immediatamente nella mia lista di pezzi preferiti post-reunion (9)
The parchment
ricordo che la prima volta che l'ho messa su ho sgranato gli occhi, se si continuava sul livello qualitativo della precedente con questa scala frigia magari usciva fuori un mix tra Powerslave e Talisman... e invece no, purtroppo qui si riscontrano tutti i difetti per cui la discografia post-reunion viene bistrattata e criticata, su tutti la stucchevole, ridondante ripetizione di motivi musicali che presi singolarmente sono buoni ma perdono di potere evocativo se annegati dentro una struttura estremamente prolissa, questa cosa poi va ad inguaiare la sezione veloce finale che pur di buona qualità subentra nel pezzo quando l'orecchio è già stanco (5)
Hell on Earth
sembrava purtroppo di stare nello stesso solco della precedente con lo stesso arpeggio ripetuto all'infinito ma come uno schiaffone in faccia entra Nicko a cambiare registro e a far prendere il volo ad un pezzo sicuramente non epocale ma che riesce a conservare la freschezza tra le varie sezioni non facendo assolutamente pesare gli 11 e passa minuti di lunghezza (7)
Voce
a caldo devo dire che Bruce mi risultava più sforzato di quanto in realtà lo senta dopo diversi ascolti, ci sono alcuni sparuti punti dove avrebbe potuto registrare qualche take in più ma sono troppo felice per il ritorno all'utilizzo esteso di overdub e armonizzazioni e quindi questi piccoli difetti spariscono, in generale il cantato si attesta su registri più comodi per lui e ne giova la performance nel complesso
Chitarre
un po' come in Book of souls, il lavoro di riffing è eccezionale e spaziano più liberamente verso altri stili e progressioni di accordi ma gli assoli hanno perso smalto, quelli veramente memorabili sono pochini e ad orecchio mi sa che sono tutti di Adrian, Janick e Dave mi danno l'impressione di aver buttato giù gli assoli jammando sulla base senza un vero sforzo nel dare un colore, un senso ad essi
Basso
c'è pochissimo da dire, è Steve, è il suo solito mostruoso lavoro di basso, mi permetto solo di citare il passaggio più fomentoso dell'album per me: l'intermezzo strumentale di Death of the Celts, soprattutto quella scaletta folk in saliscendi così maledettamente catchy, ho avuto un clamoroso dejavu da Losfer words
Batteria
per questa impronta artistica dei Maiden non può esistere batterista più adatto di Nicko a seguire col suo stile naturale, più swing che quadrato, queste partiture lunghe e profonde; su Senjutsu poi ha fatto un lavorone enorme, credo che live sarà un delirio
Produzione
lo dicevo già a caldo, provo grande stima per l'idea artistica di avere produzioni genuine, poco patinate e molto più orientate ad una resa live, però questo disco suona oggettivamente antico rispetto a ciò che l'attuale tecnologia permette di fare; ci sono molti difetti, mi spiace sembrare il sommelier col mignolo alzato, però voglio solo citare i problemi più evidenti: la batteria è completamente centrata, Nicko usa un drumkit enorme e fa girare il cazzo sentire tutti i tom e tutti i piatti al centro; le tastiere hanno un suono orribile oltre ad un'esecuzione quasi amatoriale, tralasciando il fatto che non raramente hanno un volume troppo alto, eppure in Empire of the clouds si è potuto capire quanto è bello sentire degli archi invece dei soliti pad vintage, ad esempio; ho apprezzato molto il ricorso esteso ad overdub e l'uso sapientemente centellinato di effettistica sulla voce, come nella parte iniziale di Lost in a lost world, però qui e lì Bruce viene un po' coperto dal muro sonoro; ci sarebbero poi altre cose da citare, tipo avrei gradito una compressione più raffinata delle tre chitarre sia nelle ritmiche che negli assoli e secondo il mio personale gusto avrei editato qui e lì delle sezioni ripetute, però appunto sono gusti personali rispetto a dei problemi oggettivi quali la batteria non pannata, le tastiere anacronistiche e lo smarrimento della voce nel mix generale
in definitiva credo che Senjutsu sia un ottimo album, la classe dei Maiden si conferma impareggiabile e la band, nonostante la lunghissima carriera e l'età dei membri che avanza inesorabile, dimostra che ha veramente ancora qualcosa da dire e non sforna album solo per tirar su dei soldi o per giustificare l'organizzazione di un nuovo tour; ad essere onesto devo dire che rimarrei un po' deluso se la carriera dei Maiden dovesse finire con Senjutsu perché tra alti e bassi del disco non riesco a trovare nessuna canzone epitaffio (come ad esempio poteva essere Empire of the clouds), fortunatamente ho letto che Bruce raccontava che avessero prenotato lo studio per registrare un altro album di inediti durante la pandemia ma che proprio a causa delle limitazioni imposte da essa avessero poi messo da parte l'idea, quindi con ogni probabilità non passeranno molti anni prima di avere la diciottesima opera; io auguro a tutti e sei di stare in salute per tanto tempo ancora perché ho da sempre la mia idea che la fine dei Maiden non sarà costruita a tavolino ma verrà imposta da eventi esterni come poteva accadere in caso di esito cattivo del cancro a Bruce, e fin quando staranno bene non smetteranno di fare musica per tutti quelli che come me pur invecchiando ed entrando in quel gran bordello che è la vita da adulti continuano a scandire la propria esistenza sulla base dei nuovi album dei Maiden
che piacere ritrovare
SeventhGhost